“…tutti quanti con il drink in mano.” canta Ligabue.
Già.
E credetemi, io ne so qualcosa.
“Limited Edition”, “Vip club”, “Privileges”, ma soprattutto “Esclusività” sono diciture che mi attirano come il rosso coi tori.
Come per Diners Club, ad esempio. Non ho saputo resistere. Ben tre privilegi esclusivi per i membri del club, come nessun limite di spesa imposto, copertura assicurativa (nel caso di smarrimento bagagli, annullamento volo, infortunio), ma soprattutto l’accesso al Vip Lounge.
Immaginate la scena: siete in aeroporto per un viaggio di lavoro. Avete una relazione importante da finire, ma il vostro volo è in ritardo. Inoltre avete il cellulare scarico ed anche un po’ di fame, dato che per fare le corse siete rimasti a stomaco vuoto per tutta la giornata.
Che fate?
VOI probabilmente vi accampate da qualche parte, cercando di lavorare inutilmente. Mangiate l’ultimo toast rimasto in fondo alla vetrina al bar, quello che tutti hanno evitato come la peste perché vecchio di giorni. Con tutte le prese elettriche prese d’assalto,tra le altre cose, rischiate di restare col cellulare scarico fino a quando non arrivate in albergo, scatenando le paranoie di vostra madre che penserà abbiate fatto la fine di Jack Shepard di Lost.
IO, invece, esibisco la mia carta Diners ed accedo all’area Lounge. Mi accoglie una sala elegante, spaziosa, luminosa, dotata di tutti i comfort. Navigo con il mio wi-fi gratuito, faccio un piccolo spuntino sorseggiando un tè freddo alla menta e con calma finisco la mia relazione.
Ah è già ora di andare? Roba che la prossima volta arrivo in anticipo di proposito.